lunedì 29 ottobre 2012

BOSCHI DI PIETRA

La vita e la quotidianita' dell'uomo antico avevano uno stretto contatto con l'ambiente, dal quale dipendevano .
La natura era dunque temuta e rispettata, ed ogni sua manifestazione accuratamente osservata e ponderata, e quindi fu spontaneo venerarla quando il bisogno di religione e di sacralita' si affaccio' nell'animo umano.
Prima che il pantheon greco monopolizzasse il mondo antico con divinita' umanizzate  per difetti ed esigenze, l'empireo arcaico era 
potente e spaventoso, e la natura nei suoi molteplici aspetti, dava e toglieva, indifferente ai bisogni e alle tragedie umane.
Le semplici necessita' di sopravvivenza da un lato, e di spiritualita' dall'altro trovarono la spontanea traslazione degli elementi naturali nelle prime manifestazioni religiose ed artistiche.
Il primo luogo sacro fu il bosco, il LUCUS , necessario perche' riforniva l'uomo di cibo, erbe medicamentose  e legna, ma anche rischioso, misterioso , buio e pericoloso per le belve.

E nel tempo in cui le grandi emergenze si fronteggiavano con riti magici, canti , danze, offerte e sacrifici, il bosco fu assoggettato 
e poi fu sostituito con il tempio, luogo inviolabile e divino,
e testimone dell'evoluzione dell'uomo.

Il templum era un luogo consacrato, scelto dalla divinazione degli auguri, i sacerdoti che interpretavano la volonta' degli dei attraverso elaborati riti ed osservazione del cielo.
Su queste speciali aree inaugurate , sorsero i primi santuari,
 semplici nelle forme ma intangibili ed inaccessibili, in quanto dimora stessa della divinita'.
Anticamente i fedeli non avevano accesso ai luoghi sacri, luci o templi che fossero, dove solamente durante particolari feste pubbliche, ritualizzate, era permessa la loro presenza .
L'esclusione del profano dal luogo venerato era sottolineata dalla presenza nel tempio di un alto podio, sulle cui scalinate o ai piedi 
delle stesse, era posta l'ara per la cerimonia , seguita dai laici a debita distanza.

Molti elementi arcaici vennero conservati , nelle epoche successive, soprattutto nell'architettura, quando da lignei i templi diventarono  di pietra .
I tronchi legnosi, con le loro venature, diventarono colonne scanalate che evidenziavano  giochi chiaroscurali, le fascette di bronzo che concludevano i pali ebbero corrispondenza lapidea nel collarino di pietra sopra il fusto della colonna, e la decorazione del fregio  riporta l'originale carpenteria come i triglifi ovvero le testate delle travi lignee.
La pietra, non piu' deperibile e vulnerabile agli incendi , trasmetteva l'inmmortalita' del mito.

I teschi degli arieti sacrificati diventarono le volute del capitello ionico, mentre le foglie dell'acanto, pianta spontanea del mediterraneo, valorizzava il capitello corinzio e  decorava le pareti con i suoi girali.

E' tutto davanti ai nostri occhi, ma non sappiamo piu' leggerlo.



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