sabato 22 settembre 2012

TRASTEVERE E I SUOI FIGLI

Fiumi e città sono uniti da fortissimi legami, non solo per la  necessità dell'acqua o per i fini utilitaristici e commerciali,
 ma anche per le comunicazioni e gli scambi culturali che ne derivano.
Solitamente le due sponde del fiume hanno diverse caratteristiche e connotazioni, e quindi personalità ben distinte.
 Per quanto riguarda Roma, la denominazione stessa :
Trans Tiberim - al di là del Tevere - 
ne specifica chiaramente l'individualità.

Infatti Trastevere , esclusa per motivi storici e sociali dalla vita urbana della capitale, ha sviluppato un forte temperamento con proprie caratteristiche  topografiche, vernacolari ed usanze,
come la tradizionale "FESTA DE NOANTRI" ,  dal 1535 in opposizione a "voartri " dall'altra ripa del fiume .

L'iniziale isolamento dovuto alla presenza etrusca, il successivo stanziamento di comunità straniere con i loro culti, tra cui la più 
antica comunità ebraica, dopo la Palestina, hanno reso Trastevere 
che solo nel XIII secolo diviene rione di Roma, il quartier più caratteristico della città : popolare ma fiero, pieno di ironia e arguzia, pittoresco ed orgoglioso.
Tutte queste caratteristiche si ritrovano nei sonetti e nelle poesie dei due grandi figli di Trastevere, caustici, intelligenti ed attenti osservatori della società romana :  Giacchino Belli con la sua satira in romanesco, popolare e pungente della Roma papalina  e 
l'umorismo dissacrante di una Roma, ormai imborghesita dalla sua nuova veste di capitale del finalmente unificato Stato Italiano, di Trilussa  (anagramma del suo cognome Salustri )

Sopravvive del quartiere, il tessuto medievale, disordinato e sinuoso, con vicoli e viuzze testimoni del passaggio dei pellegrini verso il Vaticano, l'importante vicino che richiese la costruzione nel 1500 di un rettifilo , via della Lungara, per facilitare il percorso ai fedeli.
Oggi per esigenze moderne e turistiche, Trastevere propone locali e ristoranti dal carattere popolare, ma ormai forzato e non più genuino, tuttavia  il forte sentimento e la spiccata personalità si percepiscono ancora nelle chiese, bellissime e silenti testimoni dell'importante passato e dei suoi orgogliosi abitanti.

Come diceva Gabriella Ferri  " ...semo romani e in più trasteverini, semo signori senza quattrini..venite tutti a Roma, v'aspettamo,
se dice che più semo e mejio stamo..."



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