domenica 16 settembre 2012
GALATEA E POLIFEMO
Lei, Galatea, è una ninfa marina, bellissima, con la pelle bianca come la spuma marina che l'avvolge (dal greco gala: latte) ed ama, riamata, un giovane e bellissimo pastore siciliano, Aci.
Lui, Polifemo, è un gigantesco ciclope, rozzo e bestiale che
diviene sentimentale per la candida ninfa , e per lei non bada
piu' al gregge, che ammansisce con lo zufolo, e ingenuamente cerca di piacerle, rastrellandosi la chioma irsuta e radendosi le guance con la falce.
L' amore inizialmente lo addolcisce, tanto da sopire la sua ferocia e consentire approdo sicuro alle navi ( Ulisse -Nessuno fu l'unico
che gli sfuggi' ma tornò ad Itaca senza navi ne' compagni).
Ma quando la ninfa, oltre ai suoi doni si ostina a rifiutargli anche
l'amore, il gigante ammansito e sbarbato, rivolge il suo unico occhio non più intenerito , ma ferino,
all'acerbo pastore dalle tenere guance lanuginose, e persa la creanza insieme alla pazienza , lo uccide con un enorme masso.
Impietosito, Poseidone, stufo dell'empietà del figlio monocolo, trasforma Aci in fiume , che sfociando nel mare viene accolto
dall'amata, sotto forma di spuma.
Il territorio bagnato dal fiume , ne prende il nome ( Acireale, Acitrezza, Acicatena , Acicastello ) legando ad imperitura memoria i due amanti.
Ovidio, nel I sec a.C. racconta il mito ( lo schema è quello vincente : esso, essa e o'malamente) nel suo imponente poema, incentrato sulla possibilità di mutare forme e sui sentimenti che muovono l'universo, e principalmente l'amore e l'odio .
La formula vincente è sempre la stessa :
AMOR VINCIT OMNIA
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