Insospettabilmente, anche a Roma, Via Bernardo Celentano presenta le stesse caratteristiche: strada chiusa, casette con ingresso indipendente con tanto di scalette, colori tenui ed una vaga atmosfera anglosassone che le ha valso l'appellativo
" Piccola Londra".
Questa nuova tipologia edilizia risale al 1911, a seguito del nuovo piano regolatore nato nel 1908, dall'intesa, verso un espressione più europea, del sindaco anglo-romano Ernesto Nathan e dell'ingegnere Edmondo Sanjust di Teulada.
I nuovi progetti, finalizzati, non solo all'espansione di Roma fuori dalle mura Aureliane, ma anche alle celebrazioni previste per la celebrazione dei 50 anni del giovane Stato Italiano, introducevano inedite e moderne tipologie edilizie con fabbricati, villini e giardini.
L'esordiente sindaco, nato a Londra da madre londinese, anticlericale
e repubblicano introdusse una ventata di attualita' nella capitale post unitaria, attento alle esperienze europee, distaccato dalla potente classe dei proprietari terrieri e accorto nel contenimento della titanica speculazione edilizia douta alla nuova veste di Roma capitale.
Dunque, nel 1911 nacque , dalle necessita' imposte dall'aumento della popolazione e dalle nuove esigenze burocratiche
(uffici e ministeri nel centro urbano ), il primo quartiere di Roma,
il Flaminio .
Vennero bonificati i campi spesso allagati dalle esondazioni del Tevere , spostate le difese oltre i forti di Roma e sistemato il lungotevere , mentre l'ICP ( Istituto Case Popolari) edificava moderni palazzi.
La vocazione artistico- culturale del quartiere si evinse, non solo dalla presenza della Galleria Nazionale d'Arte Moderna appena inaugurata, ma anche dall'onomastica stradale, intitolata ai grandi artisti italiani.
Tale attitudine fu mantenuta con lo sviluppo di poli formativi- culturali legati allo sport, alla musica alle arti quali:
il Foro Italico, l'Auditorium di Renzo Piano , il Maxxi di Zaha Hadid.
La piccola Londra, oasi incastonata tra bellissimi viali, ricorda il pittore Bernardo Celentano, uno degli innovatori dell'accademico ed ingessato mondo dell'arte , verso le progressiste forme del verismo, piu' attente alle nuove realta' sociali.
E la sua sopravvivenza, nonostante sia schiacciata alle spalle da imponenti palazzoni, ricorda quella ventata cosmopolita e moderna introdotta dal sindaco Nathan , attivo e partecipe nella vita culturale, sociale e politica, grazie ad efficaci rinnovamenti non solamente nel campo urbanistico e dell'edilizia, ma anche
nella municipalizzazione dei pubblici servizi.
Un innovatore. Un anticipatore. Un Lord romano.
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