giovedì 31 maggio 2012

LE CARTE STRATEGICHE DI NAPOLEONE A ROMA

      
Napoleone a Roma, non c'era mai stato, eppure volle la città come seconda capitale del suo impero, ovviamente dopo Parigi.
Furono fatti grandi interventi nel palazzo del Quirinale, per assecondare le sue necessità e rendere la residenza romana gradita alla moglie, e mai vi abitarono.
Il figlio fu titolato Re di Roma, e mai vi regnò.

Eppure a Roma, nel museo a lui intitolato e dedicato alla sua famiglia, la sua presenza si sente,
è tangibile, e si percepisce la potenza, la forza di tutti i Bonaparte che furono coinvolti,
complici assenzienti, oppure, loro malgrado, intrappolati nella rete tessuta intorno
 alla sua amata Francia per proteggerla.

Napoleone , i suoi fratelli e le loro mogli, le sorelle e i loro mariti ,  legittimati da titoli reali ,
crearono una barriera politica,  controllando le terre acquisite dalle sue campagne militari.

 Furono necessarie 7 coalizioni delle grandi potenze europee per fermarlo e, quando abdicò a Fontainebleau nel 1814, congedando la vecchia guardia, i suoi fedeli compagni d'armi,  rudi veterani
che avevano convissuto con la morte, dandola e spesso rischiandola, uomini rudi, pronti a tutto,
non seppero trattenere le lacrime.

Stratega e militare , nel più profondo del suo animo, quando partì per il suo secondo esilio,
 tra i pochi effetti ed affetti personali portò con sè le carte strategiche che gli permisero
di distinguersi nella campagna d' Italia, trampolino di lancio della sua futura potenza.

Carte moderne ed  innovative per l'epoca, con i rilievi montuosi simulati dalle ombre.
 Preziose alleate create per lui per consentirgli una strategia mirata e vittoriosa,
 da Bacler d'Albe, militare cartografo al suo seguito, con un accurato lavoro sul campo,
 durato 4 anni.

Esposte al Museo Napoleonico sino al 4 novembre, in una piccola saletta,
 che si raggiunge dopo aver attraversato le altre sale tematiche,
sotto gli sguardi di tutti i Bonaparte che dalle grandi tele, o dalle piccole miniature,
accompagnano e forse controllano il nostro percorso.


  1. Ne vale la pena.

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