Questa sorta di "foro" commerciale e culturale, si trova alle porte di Roma, a Dragona, dove 7 depositi custodiscono circa 450 collezioni ed e'noto come MUSEO AGOSTINELLI , recentemente riconosciuto come MUSEO DELLA CULTURA POPOLARE E DELL'ARTIGIANATO SCOMPARSO.
Esternamente, l'atipico museo, non rivela nulla dell'incredibile mondo , gelosamente custodito all'interno, che è una sorta di Sancta Sanctorum, di macchina del tempo, dove, come avveniva nel Cinquecento nelle Wunderkammern, le camere della meraviglia, sono esposti
NATURALIA, MIRABILIA ET ARTIFICIALIA, e lo spettatore viene stupito, affascinato ed incuriosito.
Il proprietario e fondatore, Domenico Agostinelli, classe 1940,
ha accumulato, barattato, comprato, venduto e collezionato ogni sorta di memorabilia, iniziando la sua attivita' come venditore ambulante di santini, poi di quadri profani a Porta Portese, e a partire dal dopoguerra, diventando fornitore di materiali per le belle arti a pittori noti o in via di affermazione, che secondo una ormai consolidata tradizione, scambiavano opere in cambio di tele e colori.
Cosi' accanto a materiale accumulato per anni, iniziano le collezioni di opere di artisti, e le sue raccolte iniziano ad arricchirsi con nomi conosciuti e stimati: De Chirico, Guttuso, Dalì, Schifano , Novella Parigini, Manzù con i quali stringe rapporti di amicizia.
La sua affascinante storia, inizia a 14 anni , quando acquista uno scomodo e costoso vocabolario, in un momento in cui il denaro bastava a malapena per il cibo, perche' attratto da un mondo che si stava aprendo quando studiava dai padri missionari.
alle prime raccolte di curiosità, oggetti della cultura popolare, dell'artigianato, si aggiungono cimeli, reperti ed opere di valore storico, artistico e antropologico.
I suoi tesori sono esposti con un criterio museale, divisi tematicamente, ma confusi in un caotico e fantastico allestimento, onirico e intricato, in cui solo lui riesce a trovare , senza esitazione, cio' che si cerca.
Nell'articolata successione di ambienti, sono esposti, appesi, allestiti ed interpretati, centinaia di oggetti che testimoniano il passaggio di epoche, gusti e mode.
E dopo il primo momento di disorientamento, ci si appassiona a girare, immergersi, scoprire, toccare un mondo che ricorda molto il vecchio baule della nonna, dimenticato ma pieno di sorprese, trovato casualmente in soffitta, tra la polvere.
Con un pò di fortuna, perchè il signor Agostinelli è sempre indaffarato, e , soprattutto, se è in buona luna, con lui accanto, il viaggio diventa verniano e caleidoscopico, ed ogni oggetto prende vita, nei racconti e negli aneddoti che ne narrano la scoperta, la storia e l'entrata nel museo, rivelandoci un passato che diventa sempre più familiare, e che lentamente riaffiora , raccontandoci inaspettatamente della nostra infanzia, o di un mondo che da piccoli ci sembrava immenso e lontano, e ci si ritrova involontariamente a sorridere trovando il vecchio , enorme telefono usato dai nostri genitori, o l'uovo di dinosauro accanto alle ciocche dei capelli di Anita e Giuseppe Garibaldi, la culla di Totò e la macchina appartenuta alla famiglia di Al Capone....
Che bello!